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L’Amore ai tempi
delle scelte difficili

La straordi-storia di Giacomo Picchi

“Ho riscoperto il senso del privato

e il valore dell’intimo,

dopo che ho corso il rischio serio

di fare le cose solo per farmi  vedere”

– Giacomo Picchi

Le storie che [rac]contano ospitano Giacomo Picchi. 

Ci siamo conosciuti grazie ad un feedback che Giacomo ha scritto a seguito di un evento organizzato sul tema dell’educazione civica digitale. Fino ad allora, lui era un membro della mia rete professionale lavorativa LinkedIn: dopo quello scambio, ci siamo confrontati, incontrati fisicamente e scambiati diversi punti di vista sui temi di consapevolezza digitale, personal branding e cultura delle Risorse Umane.

Poi, siamo diventati anche amici…

Ciao Giacomo, grazie per aver raccolto il mio invito.
Questa intervista è frutto ancora una volta di uno scambio costruttivo tra noi ed è targata “stazione centrale di Milano”. 

Ma chi è Giacomo per chi non ti conosce? 

Sono nato nel 1987 e ho vissuto fino al 2013 a Terranuova Bracciolini, un piccolo Paese della provincia Toscana, a metà strada tra Firenze e Arezzo e alle porte del Chianti. Ho studiato a Firenze e da sempre sono appassionato di società.

Per vivere ho scelto di fare un mestiere che agisce su un microcosmo, di una piccola società/comunità, l’Azienda, e che vuol dire occuparsi di quella che è la cellula fondamentale di una società, grande o piccola che sia: l’essere umano.

Ogni giorno lavoro per trovare una logica ai comportamenti, saperli riconoscere, valorizzare, interpretare, a volte anche correggere. Vivo tra le persone e per le persone.

Nel presente, lavoro a Pavia e mi diverto a Milano, sono innamorato di Camilla, nel tempo libero scrivo Poesie e ho salutato il 2018 da una spiaggia di Zanzibar.

Hai a disposizione 180 caratteri per descriverti ulteriormente…

Venni al mondo di spalle all’estate, l’autunno piangeva di freddo.
Che danno vedere le sorti capire le doti del mondo con l’unica arte in mano dipingere di nero l’acquarello del giorno.

C’è un’immagine che ti rappresenta?

Ancora Cactus

Ne sceglierei due, un cactus e un’àncora.

Rappresentano rispettivamente mia nonna, che da sempre coltiva piante grasse per passione e mio nonno, ex marinaio e appassionato di navigazione.

Su di me c’è la loro firma e oltre che a rappresentare loro, questi due oggetti rappresentano me e sono simbolo di resilienza.

Il cactus è una pianta che vive in condizioni ambientali difficilissime, l’àncora, invece, è l’appiglio della nave o della barca, alla quale ci si aggancia per non andare alla deriva.

Io mi sento un po’ cactus, spinoso fuori e ricco dentro, e mi sento un po’ àncora, perché credo di essere una persona alla quale ci si può appigliare, una persona che dà sicurezza.

“Didascalia dell’immagine selezionata,
didascalia dell’immagine selezionata

Una ricerca scientifica ha dimostrato che l’hashtag più utilizzato al mondo è #love. Che ne pensi? Qual è la tua definizione di amore?

Sarebbe strano pensare a qualcosa che permea l’esistenza umana più dell’amore, nelle sue diverse forme. Riempie la nostra vita e la collega alle altre vite, alle cose materiali e anche a quelle immateriali. L’amore è l’unica forza in grado di far tornare indietro il tempo, che non va visto come una matita che riavvolge il nastro all’indietro, piuttosto come una forza tale che può andare contro a tutte le probabilità.

Pensa a un uovo che si rompe: la fisica quantistica non esclude che possa tornare indietro sul tavolo o sulla mano e ricomporsi, è tecnicamente possibile, ma le probabilità sono minime, quasi nulle.

Invece un amore che si rompe può tornare a essere un amore forte e saldo contro ogni probabilità e annullare in questo modo gli effetti del tempo.

L’amore viaggia nel tempo e lo attraversa, anche se non ce ne accorgiamo, perché si può essere innamorati di una persona nata e vissuta millenni fa, e non penso solo alla religione o a Gesù Cristo.

Quante persone al giorno d’oggi si lasciano ispirare da gesti compiuti anni e anni fa, quante per ricerca o passione dedicano la loro esistenza a qualcosa o qualcuno vissuto centinaia di anni fa? Sono tantissime.

I nostri gesti d’amore permeano il tempo e lo modellano.

Se dovessi definirlo, l’Amore per me è una forza dimensionale che attraversa la realtà che noi conosciamo grazie ai nostri sensi finiti e infinitesimali, è trascendenza.

Come si fa a scrivere/parlare/raccontare dell’amore senza essere banali?

Io personalmente provo a farlo tramite la poesia, una passione che coltivo fin da adolescente e che ha trovato nuova spinta negli ultimi due anni.

Mi diverto a intagliare parole per dare queste pennellate di lettere che raccontano la realtà che vedo e vivo. Scompongo il visibile e lo ricompongo in immagini che si susseguono e descrivono l’impressione.

L’Amore è dentro quasi tutte le mie poesie perché permea la vita, e provo a raccontarlo come una dimensione, come l’arredamento delle innumerevoli stanze del tempo, così che si possa toccare con mano e “vedere” non solo con gli occhi, ma anche con il sentire.

Perché qui l’amore non è materia, ma se in un’altra dimensione a noi sconosciuta lo fosse?

“Se fa male, non è amore”: che ne pensi di questa affermazione? Amore può amore far rima con dolore?

Sarebbe come dire che un’operazione chirurgica non ti salva la vita, oppure che una medicina amara non fa bene. L’amore molto spesso fa rima con dolore: quanta letteratura racconta di amori struggenti, amori persi e poi ritrovati, amori mai più vissuti… Ma sempre amore è.

L’amore a volte ci massacra l’anima, ci piega, ma poi è il primo a tenderci la mano e a farci rialzare.

Molto spesso l’amore che ci rimette in piedi, è l’Amor Proprio, di cui a volte ci dimentichiamo.

Amore vero, amore tossico, casi umani: come riconoscerli?

L’Amore è amore, non è mai tossico.

Serve distinguere l’Amore vero da altro, che non è Amore.

In questo mondo esiste anche il Male che, in una logica “yin e yang” esiste e compensa tutto.

I Casi Umani sono tutto intorno a noi, ognuno di noi è un meraviglioso caso umano: il problema nasce quando ci sono le antitesi dell’Amore. Egoismo, e non Amor Proprio, Ossessione e non Amore verso l’altro, Possessione e non Rispetto. A volte è difficile distinguerli, per riuscirci occorre prima di tutto guardare noi stessi, non gli altri, e capire noi e i nostri comportamenti.

Attraversare una crisi e crescere: è possibile?

Siamo caduchi, e a volte la vita ci mette in ginocchio.

Guardare la terra e sentirsi come se non potessimo più risollevarci capita spesso, ma capita anche di rimetterci in piedi e quando ci rialziamo siamo indubbiamente più forti di prima. A me è capitato di attraversare l’inferno e di superarlo, ma una cosa è chiara: non ho superato la crisi con qualcun altro finché non ho superato prima la crisi con me stesso.

Quando capitano crisi amorose, di amicizia, coi genitori, tendiamo a dare la colpa all’altro e ad autoassolverci, molto più raro è chiederci: perché l’altro si comporta così? Cosa posso fare per cambiare? Questo presuppone tanta umiltà e nella maggior parte dei casi della vita non è possibile fare questa riflessione. Se però ci riusciamo, allora è come una magia e i cambiamenti verso noi stessi, innescano immediatamente dei cambiamenti negli altri. Provare per credere.

Riscoprire sé stessi attraverso la fine di una relazione amorosa

Io personalmente ho scelto di farlo attraverso un viaggio che mi avrebbe messo a nudo come persona e ho deciso di partire da solo, con un gruppo di sconosciuti in un paese lontano. Il viaggio molto spesso è catartico, per me ha rappresentato l’abbandono dell’egoismo e delle ansie che inevitabilmente mi rendevano un caso umano. Sono partito per mettermi alla prova e ho scoperto che fuori dal guscio esiste un mondo diverso, esistono mondi sulla Terra dove le persone hanno una cultura così diversa dalla nostra che rende normale mangiare con le mani o cucinare per terra, rende normale non affannarsi. Esistono mondi dove rubare è inconcepibile perché ci sono lingue che non contemplano la parola “avere”, e il possesso non esiste, esiste solo l’essenza e la vicinanza. Scoprire sé stessi, è molto più facile che riscoprirsi, perché non so se in realtà io mi ero mai scoperto.

Scegli la tua canzone d’amore…

C’è un bellissimo pezzo di Eugenio Finardi che si chiama “Non è nel cuore” e che afferma che “l’Amore non è nel cuore, ma è riconoscersi dall’odore e che l’affetto fa rima con rispetto (…) che l’Amore è fatto di gioia, ma anche di noia. A volte siamo portati a pensare che l’Amore sia il Sentimento dell’Innamoramento, ma non è così. Amare è un verbo, l’Amore si fa, non si sente, e nel momento in cui senti meno l’Amore, ecco quello è il momento in cui devi amare di più.”

La tua visione del “per sempre”…

Ah, il tempo, ti rispondo con dei miei versi:

Chiedi del tempo a chi ne sa.
Chiedilo ai vapori che si levano
eletti dall’acqua per il fuoco
e si attaccano all’aria.
Chiedilo agli esangui sughi dei pomodori
colti alla terra per darsi in sposi
agli steli rimestati di grano.
I miei sensi non toccano il nulla
e neppure il tutto e scambiano
l’eterno con quello che dura.
Non chiedere a me del tempo
chiedilo alla cicatrice sul pavimento
dove una scodella impolverata
salta giù dalla piattaia.

Dall’errore più grande che hai commesso, cosa hai imparato e come questo ha ri-orientato la tua vita?

Pensare che il problema sia negli altri, e che fare un passo indietro sia una vergogna e non una forza. C’è molto da lavorare su questo, ma penso che a volte cambiare noi stessi, un po’ tutti i giorni, sia la chiave di volta per ogni tipo di successo.

Quando hai capito di essere cresciuto davvero, tanto da aver fatto il passo da ragazzo a uomo?

Sinceramente penso di non averlo ancora fatto, mi sento ancora un ragazzo e questo lo considero un vantaggio. Spero di diventare uomo il più tardi possibile e di guardare la vita sempre con gli occhi di un giovane, di uno scolaro. Dove c’è da imparare, dove è possibile esercitare la curiosità quello è il mio posto, e vorrei che questo non finisse in breve tempo. Diverso è l’essere maturo e consapevole nelle scelte, ma il salto di maturità ormai risale alla fine dell’Università e l’inizio della mia vita da “fuori sede”. Pagarsi le bollette e gestirsi da solo è stata una bella prova.

Esiste un momento nella vita in cui è fondamentale chiedere aiuto? Ti è mai capitato?

Penso che sia sempre il momento giusto di chiedere aiuto. Da soli non siamo niente.

L’amore al tempo dei social: la tua esperienza, le tue riflessioni, i tuoi suggerimenti

I social sono strumenti molto utili, ci tengono in stretta comunicazione, ma dobbiamo stare attenti anche all’illusione che ci creano, ovvero quella di avere sempre scelta. Rendono la vita un po’ come Netflix, dove spesso si perde più tempo a scegliere cosa guardare più che a vedere il contenuto stesso.

Io cerco di fare attenzione, adesso, a vivere più la realtà e anche a raccontare meno storie a gli altri. Ho riscoperto il senso del privato e il valore dell’intimo, dopo che ho corso il rischio serio di fare, solo per far vedere. Credo che questa sia solo un’illusione. Tuttavia, li uso ancora, consapevolmente, e mostro altrettanto consapevolmente alcuni pezzi della mia vita che vale la pena mostrare, chiedendomi sempre se, quando posto qualcosa, avrei la stessa disinvoltura a mostrare quello stesso contenuto anche nella realtà.

“Troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo” – recita una canzone: qual è il tuo gancio in mezzo al cielo? A cosa ti aggrappi e cosa cerchi quando ti senti smarrito?

Bella domanda.

Ai miei amici, ai miei genitori, ai miei nonni che sono ancora vivi. Alle persone che mi amano. E poi, da ultimo, a me stesso, perché solo io conosco la strada. Di fatto mi aggancio all’amore e ai consigli di chi mi ama, ricordandomi che anche io mi amo, e quindi faccio le mie scelte anche con Amor Proprio.

Resilienza, perseveranza, scelta: che peso hanno queste parole nella tua storia personale e/o professionale?

Tantissimo peso. Ho imparato che fare una scelta e seguirla molto spesso crea meno rimpianti di quelli che crea non fare una scelta. E in un mondo dove scegliere e avere il coraggio di decidere è difficilissimo, essere perseveranti e resilienti ha ancora più peso. La realtà non è cambiata è cambiato solo il nostro modo di viverla. Meglio mangiarsi una pastarella al volo, dico in una mia poesia, che stare sopra il vassoio con l’acquolina in bocca, perché non si riesce a decidere.

Le parole che non ti ho detto: c’è qualcosa che vorresti dire a qualcuno e che non hai mai avuto il coraggio o semplicemente l’opportunità di dirlo?

Vorrei dire a mio nonno Mauro, che non c’è più, che è stato un grande esempio per me, e che mi piacerebbe poter ascoltare ancora qualche sua storia, o avere qualche suo consiglio.

Restando in tema “amore”, hai un sogno che vorresti trasformare in progetto?

Ho un sogno nel cassetto che è quello di pubblicare più seriamente quello che scrivo e le mie riflessioni sull’Amore e sull’esistenza. Ogni tanto uso i Social, un po’ da scappato di casa. Potrebbe essere un bel progetto da mettere sulla carta.

Regala una frase by Giacomo Picchi per lasciare un messaggio a chi ti legge, liberamente…

Quando tutti fuggono verso l’uscita, correte nella direzione opposta.

Grazie Giacomo.
Aprire il proprio cuore e parlare d’Amore non è facile. Ho avuto modo di conoscere il dietro le quinte di questa storia e sono felice che ora sia un dono per tutti.

Come quel feedback-dono che ci ha dato la possibilità di diventare amici.


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