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La pittura, l'arte e il bello

La straordi-storia di L.U.S.A.,
artista contemporaneo

“Nel mio volo empirico,
lassù sull’albero,
perseguo la convinzione
che la “bellezza”,
che ogni uomo trattiene dentro sé,
necessiti di essere espressa e trasferita,
quale bisogno essenziale e primordiale
per arrivare all’altro.”

– L.U.S.A.

Le storie che [rac]contano ospitano L.U.S.A.

La nostra conoscenza ha avuto inizio nel momento in cui sono venuta al mondo.
Oggi sono felice di poter raccontare la tua storia, quella di un uomo che ha scelto di dare, alla bellezza e alla sua espressione artistica, il tocco delle sue mani.

Grazie L.U.S.A. per aver accettato il mio invito: so quanto è difficile aprirsi e raccontarsi e so quanto a volte, si scelgono proprio le forme artistiche per dare voce ai pensieri più nascosti.

Ci racconti chi sei?

Sono nato a Bari oltre 50 anni fa.
Mi definisco girovago, curioso e autodidatta.
Dipingo da un po’ di tempo sperando di piacere.
Con la mia arte spero di non “offendere nessuno”: chiedo scusa anticipatamente a chi ha studiato ed è realmente un artista ma… sono mosso dalla convinzione che l’arte sia di tutti.
Creativo e eclettico, sono alla ricerca continua della mia dimensione, partendo dalla profonda conoscenza dentro e fuori di me, dal punto di vista artistico e non.

Chi sei in un tweet: 180 caratteri che parlano di te.

LUSA è l’acronimo de “L’Uomo Sull’Albero”.
Il mio tweet in 180 caratteri potrebbe fermarsi qui ma credo sia necessario spiegare il perché ho scelto di chiamarmi artisticamente così.

Nella metafora del mio nome, ho scelto l’albero come “luogo” di esplorazione di quell’oltre a cui tendono i sensi e l’anima.

Nel mio viaggio della vita, ho deciso di esplorare terre e mari non privi di vento e tempesta, alla ricerca di quella méta ambita da ogni uomo in cammino.

Nel mio volo empirico, lassù sull’albero, perseguo la convinzione che la “bellezza”, che ogni uomo trattiene dentro sé, necessiti di essere espressa e trasferita, quale bisogno essenziale e primordiale per arrivare all’altro.

La condivisione del bello, parte integrante del meraviglioso “cerchio della vita”, mi porta a pensare che la bellezza possa essere ricercata ovunque.

Scegli un’immagine che ti rappresenta e ti descriva.

Ho scelto un camaleonte:
sembro ciò che non sono
ma sono ciò che non sembro.
Mi piace stupire sempre,
mi piace lasciare il segno.

Cosa sono per te i colori?

I colori riempiono la vita, ogni colore ha la sua importanza. E lo sono anche il bianco e nero, necessari soprattutto per rendere gli altri colori più intensi, più vivi.

Cosa ti viene in mente se ti dico “pittura?” Cosa rappresenta questa forma di arte per te?

Pittura e arte sono il modo che ho di far conoscere il mio lato oscuro, ciò che gli altri non vedono: con i colori i miei pensieri, con il disegno il mio parlare. L’unione di questi due elementi rappresentano perfettamente ciò che sono.

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera di artista?

È stata una carriera del tutto inaspettata.
Il tempo mi ha dato la bella possibilità di resettare tutto, ricostruirmi e riavviarmi completamente per essere davvero felice.

Quando sei davanti ad una tela bianca, da cosa ti lasci ispirare per dare il via alla tua creazione? È un processo che inizia davanti alla tela oppure…?

La tela per me non è mai bianca. Quando la guardo, vi è sopra impresso già il mio pensiero che, un po’ alla volta e con continue modifiche, prende forma per gli altri.

Quando un’opera è davvero finita?

Quando non vedo più colori o fasi da aggiungere, quando guardando il mio quadro mi sento soddisfatto e appagato.

Chi è per te il fruitore ideale di una tua opera?

Non esiste un fruitore ideale di una mia tela perché lo reputo un discorso soggettivo: sono consapevole che possa non piacere a mille persone e piacere solo ad una.
Ecco, l’opera è fatta proprio per quella persona là.

Secondo te l’arte può avere una dimensione più sociale? Può essere considerata una forma di comunicazione? Cosa speri di trasmettere a chi osserva le tue realizzazioni?

L’arte ha una dimensione sociale ed è una forma massima di comunicazione. Credo vi siano quadri che comunicano più di un libro o comunque, lo fanno in una forma diversa. Il mio obiettivo è quello di trasmettere serenità e pace.

Cosa è per te il talento? Credi di possederlo?

Non saprei dire cos’è il talento.
Forse è il modo di riuscire a ottenere il massimo da ogni cosa che si fa.
Questo è quello per cui mi impegno quotidianamente.

Michelangelo, Leonardo, Picasso: nel 2019 chi è un’artista?

Amo Leonardo perché la sua mente era oltre, avanti nel tempo, vedeva ciò che altri non immaginavano neanche, ha anticipato tutti e tutto, non era un visionario ma un lucido calcolatore. Oggi un artista è un traduttore di emozioni.

Fino ad oggi, quali sono stati i più grandi riconoscimenti che hai ottenuto grazie alla pittura?

L’essere selezionato per alcune Biennali è sicuramente soddisfacente ma al di là di questo, il più grande riconoscimento è stato sentirmi dire da più di una persona “ma dove eri?’’

In ordine di tempo e non di importanza,  mi piace ricordare la mostra Bibart di Bari, nata da un’idea del maestro Miguel Gomez, artista poliedrico e di fama internazionale e un grande uomo. La mostra ha interessato oltre 34.000 persone un successo e ad essa erano collegati importanti eventi collaterali. Questa Biennale mi ha regalato molte emozioni: dall’essere parte integrante di essa, allo spirito che ha accomunato i vari artisti e mi ha fatto conoscere ad un’ampia platea.

Esiste un’opera che hai realizzato e di cui vai particolarmente fiero?

Eccola. Si chiama Matera (anche se sono fiero di tutto ciò che ho prodotto)

Ci sono progetti a cui stai lavorando attualmente di cui vorresti raccontarci qualcosa?

Ho alcuni progetti che si trovano ancora in uno stato embrionale e di cui avremo modo – spero – di parlarne. In questo momento sto partecipando con un mio quadro ‘’Masquerada Romana’’ ad una mostra sul web dei Maestri d’Italia.

C’è un’opera famosa che ti fa dire “avrei voluto dipingerla io”?

No, non ci sono opere di altri artisti che avrei voluto dipingere io: se non ci ho pensato è sicuramente perché non sarei stato in grado di farlo.

Come si fa a dipingere senza essere banali?

Ci vuole inventiva, coraggio e anche un po’ di menefreghismo.

Riscoprire sé stessi attraverso l’arte: è possibile?

Per me è avvenuto proprio questo, mi sono ritrovato.
Questo mi aiuta a esprimermi in modo più profondo, cerco d’imprimere nei miei quadri quello che realmente sento in quei momenti. È il mio io interiore che viene fuori e colora il mondo.

Quanta valenza ha la tua arte nella vita privata?

L’arte fa parte della mia vita privata e la condivido con la mia famiglia.
Essere sostenuti, supportati e invogliati dalla famiglia, vedere il loro interesse verso ciò che creo, ascoltare il loro giudizio e la loro critica mi sprona.
Loro sono ciò che per me è più importante e mi sono anche d’aiuto con il loro entusiasmo e supporto per far conoscere il mio nome e i miei lavori.

Il “bello” è trasferibile nella vita di tutti i giorni?

Il pensiero del bello è trasferibile sempre… anche se applicarlo è molto più difiicile!
Mi rendo conto che molti non lo capiscono ed è proprio questo il mio sforzo: provare ad essere un tramite tra ciò che di bello ho (e che tutti abbiamo dentro noi) e condividerlo all’esterno perché bellezza sia, sempre e ovunque.

La bellezza può essere il gancio per completare altre sfere (quotidiane, private, di scambi relazionali, ecc) ?

Per me si, anche se mi rendo conto che il bello è davvero soggettivo.
Io esprimo ciò che è bello per me, uso i colori per collegarmi con le vite degli gli altri: delle volte ci riesco e, anche se è difficile, ci provo.

L’arte ai tempi dei social: la tua esperienza, le tue riflessioni, i tuoi suggerimenti.

Dal punto di vista social oggi l’arte è in declino: i like vincono sul bello, sul decente. Il  “sembrare” ha preso il posto dell’essere. Non sono contro la cultura del “like”, mi piace ed è la moneta di scambio tra le persone anche se spesso mi trovo a riflettere su quanto possa rappresentare il tocco dell’indifferenza verso il gusto del nulla. Potendo scegliere, preferirei il contatto vecchia maniera, quello fatto di relazioni, scambi, dialoghi e essenza. Amo guardare il mio interlocutore, interagire dal vivo e cogliere altre sfumature. Da vecchio guerriero continuo a credere nell’essere.

Una frase made by LUSA per lasciare un messaggio a chi ti legge, liberamente…

La vita a volte ti dà ancora del tempo: sfruttalo al meglio, ama chi merita di essere amato, dedicati a chi ha donato la propria vita condividendo la tua, e ricorda, ricorda sempre. Non scordare mai niente.

Per salutarti e ringraziarti L.U.S.A., prendo in prestito delle parole non mie:

pensa a tutta la bellezza ancora intorno a te e sii felice
(Anna Frank)

E bellezza sia!
Giada Susca


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